Sani e Salvi

Sani e Salvi

Nel corso di una classe di Bioenergetica possono essere proposti dei momenti espressivi.

Questi hanno soprattutto la valenza di sciogliere lo stress di stato, cioè lo stress che ha avuto origine in situazioni molto vicine nel tempo e nello spazio.

In questa accezione, l’esercizio espressivo procura quella che potremmo definire una “piccola abreazione”: un fenomeno che consente di vomitare le tossine psicologiche ingurgitate in tempi recenti, ma che lascia pressoché intatta la struttura portante del carattere.

Nella nuova tradizione, gli esercizi espressivi, così come l’insieme degli altri esercizi, non costituiscono tanto un metodo curativo quanto un metodo di prevenzione e di ricerca.

Prevenzione perché l’accumulo di uno stress eccessivo, troppo intenso oppure troppo a lungo vissuto, come spiega la teoria delle catastrofi di René Thom , porta spesso a un punto di rottura.

In questa prospettiva, gli esercizi espressivi costituiscono una sorta di valvola di sfogo che consente di mantenere la tensione entro limiti accettabili.

Ricerca perché l’espressione dei sentimenti repressi permette agli allievi di vivere momenti emozionali spesso del tutto nuovi.

Pensiamo a una persona che ha inibito la sua capacità di dire dei “no!” ai propri genitori intrusivi, o di mettere dei punti fermi con dei “basta!”.

Se questa persona viene riabilitata ad agire questi “no!” e questi “basta!” all’interno di un laboratorio di pratica, può rivedere e rinegoziare i propri limiti autoimposti.

Limiti che, con ogni probabilità, ne impoveriscono la qualità di vita e la visione della realtà nel tempo presente.

Fonte:

Testo estratto da: La forza e la grazia di Luciano Marchino e Monique Mizrahil. – Foto from PIXABAY

Fabry

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